Il riscaldamento globale minaccia i cedri dell’Atlante

Il riscaldamento globale minaccia i cedri dell’Atlante

I cedri centenari del Marocco, che rappresentano una delle più grandi concentrazioni di questo albero al mondo sono, anche loro, vittime del riscaldamento globale che li sta facendo letteralmente “migrare” verso le cime delle montagne.


I cedri dell’Atlante sono alberi straordinariamente longevi che possono vivere per diversi secoli; in Marocco si estendono su una superficie di oltre 130.000 ettari e gli esemplari più robusti possono superare i 30 metri di altezza e fino a due metri di diametro.


Questo albero è considerato una specie endemica con caratteristiche genetiche diverse al più noto cedro del Libano, meglio conosciuto per far parte della bandiera nazionale di questo paese.

Nei dintorni di Azrou nel Medio Atlante, si concentra circa l’80% dei cedri del Paese ed è qui che le autorità marocchine hanno avviato da alcuni anni una campagna di riforestazione su 30.000 ettari che dovrebbe completarsi nel 2025.

Si ritiene comunque necessario moltiplicare le azioni per affrontare le crescenti sfide che questa specie sta affrontando.Secondo l’Alto Commissario per l’Acqua, le Foreste e la Lotta alla Desertificazione l’aumento della temperatura colpisce l’ecosistema dei cedri, che dovrà salire di 500 metri più in alto rispetto la sua area naturale e “migrerà” anche fino a 200 chilometri dalle aree meridionali verso nord. Naturalmente anche altri fenomeni generati dal riscaldamento globale come la siccità e le inondazioni colpiscono l’ecosistema dei cedri. I cedri, il cui legno è annoverato tra i più nobili, sono apprezzati per la loro adattabilità a condizioni difficili, per la loro qualità di protettori del suolo, dell’acqua e della diversità biologica. Inoltre, formano un ecosistema ideale per un’altra specie unica al mondo, come il macaco barbareschi, che può essere visto saltare da un ramo all’altro nelle foreste di questi alberi maestosi, e che da anni sono un’attrazione turistica.


Al di là del suo contributo turistico, i cedri del Marocco sono un mezzo di sussistenza per la popolazione locale e un importante principale fonte di legname da costruzione di alto valore che può raggiungere i 1.500 euro al metro cubo. Dunque non solo il cambiamento climatico minaccia il cedro, ma anche altre azioni umane incombono su questo antico albero; in particolare il disboscamento illegale, la massiccia raccolta di legna da ardere per cucinare e riscaldare o il pascolo intensivo.Le autorità marocchine hanno inasprito le sanzioni contro l’abbattimento illegale di cedri, che sono però riuscite solo a dimezzare la frequenza di questi reati.


Non si può pensare solo a preservare ciò che resta di queste straordinarie foreste ma è necessario contribuire attivamente alla messa a dimora di nuovi cedri e aiutarli ad espandere il loro territorio… per il bene di tutti.

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